The dark side of the moon – Pink Floyd

Il concept album più famoso della storia o un semplice capitolo di un libro di astronomia?

The dark side of the moon è entrambe le cose!

E assolutamente vero: la Luna ha una faccia nascosta che noi uomini non possiamo mai vedere; o meglio, quasi mai.

Esattamente come in walzer la donna mostra sempre il viso al compagno mentre insieme girano sulla pista da ballo, nella sua rotazione attorno alla Terra, il nostro satellite ci mostra sempre lo stesso volto.

Terra e Luna ballano questo walzer da quasi 5 miliardi di anni e solo nel 1959 l’uomo è riuscito a vedere la parte nascosta

Per la precisione il 7 ottobre 1959 la sonda russa Luna 3  fotografò per la prima volta la faccia oscura della Luna

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17 Marzo 1973 – I Pink Floyd pubblicano il concept album “The dark side of the moon”.

Per i Pink Floyd si tratta più che altro di un’allusione alla pazzia, all’alienazione, non all’astronomia.

Finalmente, dopo miliardi di anni un concetto scientifico viene assimilato, fatto proprio e  interiorizzato a tal punto da risultare l’emblema di uno stato umano.

L’album termina con il brano Eclipse e una rilfessione sul concetto di alterità.

La scienza diventa cultura! Cultura rock, cultura pop, semplicemente cultura.

Esattamente come quando definiamo una persona “lunatica” senza nemmeno chiederci che diavolo c’entri la Luna.

Non solo, la copertina dell’album rappresenta un prisma che diffrange la luce e la scinde nelle sue componenti
cromatiche.

L’intento del gruppo era semplicemtne quello di trovare un’immagine pulita ed elegante: scelsero all’unaninità il prisma tra le sette proposte dai grafici.

Quell’immagine è la base di tutta la ricerca astrofisica: grazie alla divisione nelle diverse componenti della luce proveniente dalle stelle è possibile indagare la strutture chimica e fisica degli oggetti celesti.

Senza il prisma l’astrofisica non esisterebbe. Tout court. Più pulito ed elegante di così…