“Sei in gamba ragazzo, dovresti venire a trovarmi a Chicago e portare qualcosa da lavorarci su”
L’invito viene direttamente dal maestro del blues Muddy Waters ed é rivolto ad un ragazzo che si esibisce regolarmente al Cosmopolitan di St. Louis. Il ragazzo ha 28 anni, due figli, un diploma in acconciatura e cosmetica e qualche guaio con la legge per una rapina a mano armata. Ma soprattutto ha una pazza voglia di suonare la chitarra e raccontare un po’ della rivoluzione che sta scuotendo gli Stati Uniti, quella celebrata da “Gioventu bruciata“, fatta di bande, flirt, musica, corse in automobili e di ribellione alla morale imperante.
Il suo nome é Charles Edward Anderson Berry, meglio noto come Chuck Berry ed è colui che darà forma, stile, sostanza e ispirazione al rock’ n’roll..
«Quando sento del buon rock, del calibro di quello di Chuck Berry, cado praticamente in ginocchio. Nient’altro della vita mi interessa. Il mondo potrebbe finire e non me ne importerebbe » John Lennon
Nel 1955 su invito di Muddy Waters, Chuck Berry si ritrova a Chicago con due canzoni da far sentire a Leonard Chess: Wee Wee Hours e Maybellene; inaspettatamente sarà la seconda a far breccia nel cuore di Chess che chiede a Berry di eseguirla con più ritmo, sempre più ritmo e sempre più cruda… E gli americani apprezzano: «L’epoca delle chitarre rock & roll comincia qui» dichiara la rivista Rolling Stone posiziona la canzone a 18-esimo posto delle 500 canzoni più belle di tutti i tempi.
Iniziano così gli anni d’oro di Chuck Berry che pubblica uno dopo l’altro grandi successi come Roll Over Beethoven, School Day, Rock and Roll music, Sweet little Sixteen, Carol e Johnny B. Goode.
E’ il 1958 quando Chuck Berry pubblica Johnny B. Goode, una canzone che canta il sogno americano, il self made man, chi con il duro lavoro e un po’ di abilità riesce a diventare qualcuno. C’è un po’ di lui e del suo inseparabile pianista Johnnie Johnson in questa canzone scritta in realtà tre anni prima, nel 1955; ora sarebbe da verificare se Berry l’abbia scritta prima o dopo il 12 novembre 1955, giorno in cui Marty McFly la propone all’impreparato pubblico del ballo del liceo “Enchantment Under the Sea” e Marvin Berry è pronto con la cornetta del telefono a far ascoltare il nuovo sound al cugino Chuck.
Insomma Johnny B. Goode non è soltato una delle più celebri canzoni al mondo, al settimo posto della classifica di Rolling Stone, ma è protagonista nel film “Ritorno al Futuro” come esempio perfetto di uno dei più complessi paradossi temporali: il paradosso della conoscenza.
Alla fine degli anni ’50 Chuck Berry viene – di nuovo – arrestato per essersi intrattenuto con una quattordicenne che lavora in un locale di sua proprietà e la sua carriera subisce una brusca battuta d’arresto.
Il 20 agosto e il 5 settembre 1977 le sonde Voyager 2 e Voyager 1 rispettivamente sono pronte a sulla rampa di lancio per essere lanciata alla volta di Urano e Nettuno la prima e Giove e Saturno la seconda.
Sono due sonde identiche e a bordo di entrambe viene messo un disco placcato in oro su cui sono registrati alcune immagini e suoni rappresentativi del pianeta Terra, nella remota possibilità che una forma di vita aliena – in grado di far funzionare un grammofono – lo recuperi dallo spazio interstellare.
Il Voyager Golden Record, così è chiamato il disco, riporta sulle copertina informazioni sulla nostra posizione nell’universo, le nostre conoscenze in merito alla struttura dell’atomo di idrogeno, e su come vada ascoltato un disco per grammofono.
E’ una commissione guidata da Carl Sagan che deve scegliere i pezzi da inserire nel disco: suoni naturali di pioggia, vento, mare e tuoni, canto di uccellini e versi di animali, saluti di abitanti della terra in 55 lingue diverse, un discorso del presidente Jimmy Carter e 90 minuti di suoni prodotti dagli abitanti della terra, qualcosa di cui le varie nazioni possano dirsi orgogliose; un biglietto da visita dell’umanità.
Per la Germania ci sarà Bach, per la Russia Stravinsky, per Italia Beethoven interpretato dal quartetto italiano e per gli Stati Uniti… Chuck Berry con la travolgente Johnny B. Goode!
Nel 1977 Chuck Berry si trova a cavallo tra l’album Chuck Berry pubblicato con la Chess Records nel 1975 e l’album Rock it pubblicato nel 1979 con ATCO Records e passa il suo tempo sui palchi e a strimpellare la sua chitarra riproponendo i suoi cavalli di battaglia.
E chissà dove si trova esattamente la sua Johnny B. Goode incisa sul Voyager Golden Record quando Chuck Berry si esibisce alla Casa Bianca al cospetto di Jimmy Carter il 1° giugno 1979…
Quello che sappiamo è che quando Chuck Berry si spegne, a 90 anni e cinque mesi, il 18 marzo 2017, ha appena finito di incidere il suo nuovo album “Chuck” e le sonde Voyager si trovano nello spazio interstellare a circa 20 miliardi di chilometri dal Sole.
E se un giorno intelligenti esseri alieni recuperassero il Voyager Golden Record, seguissero le istruzione contenute e venissero a trovarci… potremmo anche vederli scendere dall’astronave al passo dell’anatra!
Johnny B. Goode!
Deep down in Louisiana close to New Orleans,
Way back up in the woods among the evergreens…
There stood a log cabin made of earth and wood,
Where lived a country boy named Johnny B. Goode…
who never ever learned to read and write so well,
But he could play a guitar just like ringing a bell.
Go! Go!
Go Johnny Go! Go!
Go Johnny Go! Go!
Go Johnny Go! Go!
Go Johnny go! Go! Johhny B. Goode
He used to carry his guitar in a gunny sack
or sit beneath a tree by the railroad track.
Oh, the engineers would see him sitting in the shade,
strumming with the rhythm that the drivers made.
The people passing by they would stop and say
Oh my what that little country boy could play
Go! Go!
Go Johnny Go! Go!
Go Johnny Go! Go!
Go Johnny Go! Go!
Go Johnny go! Go! Johhny B. Goode
His mother told him: “Someday you will be a man,
And you will be the leader of a big old band.
Many people coming from miles around
To hear you play your music when the sun go down
Maybe someday your name will be in lights
Saying Johnny B. Goode tonight.”
Go! Go!
Go Johnny Go! Go!
Go Johnny Go! Go!
Go Johnny Go! Go!
Go Johnny go! Go! Johhny B. Goode
***
Nella bassa Louisiana, vicino a New Orleans
nel profondo della foresta tra i sempreverde
c’era una capanna fatta di terra e legno
dove viveva un ragazzo di campagna chiamato Johnny B. Goode
non imparò mai a leggere ne a scrivere bene
ma suonava la chitarra come fosse un campanello
Vai!Vai!Vai, Johnny, vai!
Vai, Johnny, vai!
Vai, Johnny, vai!
Vai, Johnny, Vai Johnny B. Goode
Portava la sua chitarra in una borsa di pelle
Si sedeva sotto l’albero vicino alle rotaie
Vecchi ingegneri lo vedevano seduto nell’ombra
suonava con il ritmo che davano i conducenti
quando la gente passava si fermava e diceva
Oh, che suoni riesce a fare quel piccolo ragazzo di campagna
Vai!Vai!Vai, Johnny, vai!
Vai, Johnny, vai!
Vai, Johnny, vai!
Vai, Johnny, Vai Johnny B. Goode
Sua madre gli diceva un giorno sarai un uomo
sarai a capo di una grande banda musicale
molta gente viene da lontano
e ti sente suonare mentre scende il tramonto
forse un giorno il tuo nome sarà su un insegna
che dice Stasera Johnny B. Goode
Vai!Vai!Vai, Johnny, vai!
Vai, Johnny, vai!
Vai, Johnny, vai!
Vai, Johnny, Vai Johnny B. Goode
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