La voce del padrone – Franco Battiato

tumblr_lr6232sB1B1qee8wwIl 1981 è l’anno di Simon & Garfunkel che tengono al Central Park di New York il celebre concerto gratuito poi pubblicato come The Concert in Central Park.

Al di qua dell’Oceano il 1981 è l’anno di pubblicazione del primo Greatest Hits dei Queen che venderà 45 milioni di dischi in tutto il mondo; non solo, il 25 ottobre 1981, sette giorni prima dell’uscita dell’album (2 novembre 1981) i Queen e David Bowie pubblicano il singolo Under pressure.

E in Italia?

In Italia è l’anno della vittoria di Alice al 31° Festival della Canzone Italiana con il brano Per Elisa; tra gli autori del brano Carla Bissi, Giusto Pio e un semi-sconosciuto Franco Battiato.

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Ma il 1981 è per Franco Battiato (Francesco all’anagrafe) l’anno della svolta.

Con l’etichetta EMI Italiana l’istrionico artista italiano pubblica in quell’anno l’album La voce del padrone; dopo un timida accoglienza, dal febbraio del 1982, grazie al successo del primo singolo Bandiera bianca, l’album scala le classifiche di vendita posizionandosi al primo posto dalla primavera all’autunno, raggiungendo e superando tra settembre e ottobre 1982 il record del milione di copie vendute, primo album italiano di tutti i tempi a raggiungere tale risultato.

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La voce del padrone è un album praticamente perfetto; ricco di citazioni colte e popolari, musicalmente complesso e completo (con rimandi al pop, all’elettronica, al punk, alla musica classica e alla new wave) ma orecchiabile e leggero.

Rolling Stone – Italia lo piazza al secondo posto dei dischi italiani più belli di sempre, preceduto dal solo Bollincine di Vasco Rossi.

Battiato nell’album non risparmia all’ascoltatore un’accalorata e intelligente critica sociale attingendo alla sua vastissima cultura classica, orientale, musicale e scientifica.

Il disco (e l’intera sua discografia) è infatti costellato di immagini e citazioni scientifiche:

A nessuno di noi è servita la formula della legge di gravitazione universale per capire e canticchiare  “cerco un centro di gravità permanente”; avevo probabilmente 2 anni la prima volta che ascoltai quella canzone (ovviamente non per scelta); a sei anni non sapevo nemmeno far di conto ma avevo già una vaga idea di cosa Battiato intendesse con quelle parole.

e ancora…

FRANCO_BATTIATO_GLI_UCCELLI_62361639_thumbnail“Volano gli uccelli volano
nello spazio tra le nuvole
con le regole assegnate
a questa parte di universo
al nostro sistema solare.

Aprono le ali
scendono in picchiata atterrano meglio di aeroplani
cambiano le prospettive al mondo
voli imprevedibili ed ascese velocissime
traiettorie impercettibili
codici di geometria esistenziale.”

Battiato immagina leggi scientifiche che, come delle trame, regolano il volo degli uccelli e per estensione l’intero divenire; di degna nota il riferimento a “questa parte di universo” che sottointende una violazione delle proporietà di isotropia e simmetria dell’universo e l’accostamente tra il concetto di “geometria”,  oggettivo,  e l’aggettivo “esistenziale”, soggettivo e antropocentrico.

Ma la canzone che più di ogni altra si serve di immagine scientifiche nell’album è Segnali di vita: qui Battiato accosta il quotidiano vivere umano alle meccaniche celesti stravolgento il punto di vista e lasciando in primo piano l’evoluzione del cosmo e mettendo l’errare umano come “sottofondo per le stelle”. La conspevolezza delle dimesioni del cosmo e della continua espansione dell’universo offre all’autore la possibilità di ampliare il proprio pensiero e dargli un più ampio respiro

Sistema_solare_2006

Il sistema solare;
le dimensioni non sono in scala

Oggi noi sappaimo di abitare il terzo pianeta del sistema solare, la Terra, che ruota atono ad una stella medio-piccola (il Sole) della nostra galassia, la Via Lattea.

La Via Lattea è composta da centinaia di miliardi di stelle.

Attorno alla Via Lattea a milioni, miliardi di anni luce di distanza ci sono altre miliardi di galassie, composte a loro volta da centinaia di migliaia di stelle.

O, per dirla con le immagini, ecco quello si nasconde in un angolo di cielo grande quando un decimo della luna piena: in questa immagine ogni singolo punto luminoso (tranne due sole stelle) è una galassia…

Galassie-pilastri

L’Hubble ultra deep fied – Campo molto profondo di Hubble:
10000 galassie in un angolo di cielo grande quanto un decimo della luna piena.

Ti accorgi di come vola bassa la mia mente?

Segnali di Vita

Il tempo cambia molte cose nella vita
il senso le amicizie le opinioni
che voglia di cambiare che c’è in me
si sente il bisogno di una propria evoluzione
sganciata dalle regole comuni
da questa falsa personalità.
Segnali di vita nei cortili e nelle case all’imbrunire
le luci fanno ricordare
le meccaniche celesti.
Rumori che fanno sottofondo per le stelle
lo spazio cosmico si sta ingrandendo
e le galassie si allontanano
ti accorgi di come vola bassa la mia mente?
E colpa dei pensieri associativi
se non riesco a stare adesso qui.
Segnali di vita ecc.

Le riflessioni su cosmo, sul tempo e lo spazio sono in quest’album il seme che germoglierà nei suoi lavori successivi (ad esempio No Time, No Space e Via Lattea 1985, L’oceano di silenzio, 1988)

Ma intanto l’anno successivo è il 1983 ed è l’anno di Thriller  di Michael Jackson (pubblicato in realtà il 30 novembre 1982) che irromperà in tutte le classifiche del mondo diventando l’album più venduto della storia con i suoi 115 milioni di dischi venduti. Anche in Italia Thriller è l’album più venduto del 1983. Ma alle spalle del grande Michael è di nuovo Franco Battiato a con il nuovo album l’Arca di Noe.

Biophilia – Bjork

Pubblicato nell’ottobre 2011 Biophilia è un progetto musicale realizzato dall’eclettica cantante islandese Bjork .

L’album concept  è il primo app-album realizzato in collaborazione con la Apple (ma il primo app-album in assuluto è The National Mall) : l’album contiene 10 app tenute insieme da una app madre e ognuna legata ad una diversa traccia. Pensate per  permettere alla gente di esplorare e di interagire con i temi trattati in ogni singola canzone, le app sono entità che si evolvono e cambiano nel tempo. Nell’album musica e applicazioni non sono separate ma componenti vitali di un unico progetto.

Per la canzone “Virus” ad esempio la app presenta uno studio ravvicinato di una cellula attacata da un virus.

“A kind of a love story between a virus and a cell. And of corse the virus loves the cell so much that it destroys it” dichiara Snabble Scott, un artista interattivo a cui Bjork ha commissionato la produzione delle app.

Il gioco interattivo sfida l’utente a fermare l’attacco del virus ma il risultato è che la canzone di spegne quando il giocatore riesce nell’intento. Per ascoltare il resto della canzone il giocatore deve lasciare che il virus prenda il suo corso.

Ogni traccia tratta un diverso fenomeno fisico che la cantante islandese cerca di esplorare utilizzando testo, musica e applicazioni.

  1. Moon
  2. Thunderbolt
  3. Crystalline
  4. Cosmogony
  5. Dark matter
  6. Hollow
  7. Virus
  8. Sacrifice
  9. Mutual Core
  10. Solstice

Nella canzone Moon i diversi cicli musicali che si sovrappongono fanno riferimento ai movimenti ripetitivi di Sole Terra e Luna che creano calendari ciclici.

Poichè Bjork non suona strumenti convenzionali come pianoforte o chitarra sono stati sviluppati per l’album nuovo strumenti musicali soprattutto in occasione delle performance al Mancheste International Festival: per la canzone “Solstice” un gruppo di pendoli sono stati uniti per creare i tracciati dei loro movimenti e riprodurre i movimenti della terra con  un’arpa.

Anche i testi rappresentano delle metafore dei fenomeni fisici: Dark Matter  presenta forti e fastidiosi borbottii che rendono l’idea della non chiarezza e incomprensibilità della materia oscura; Solstice presenta la relazione tra gli effetti della gravità e i corpi celesti comparando il sistema solare a un albero di Natale  e in Hollow Bjork prende ispirazione dai suoi antenati e dal DNA, “that the grounds open below you and you can feel your mother and her mother, and her mother, and her mother and her mother 30.000 years back. […] “It’s like being part of this everlasting necklace when you’re just a bead on a chain and you sort of want to belong and be a part of it and it’s just like a miracle.”

Bjork presentò per la prima volta Biophilia al pubblico al Manchster International Festival in una serìe di performance tra il 27 giugno e il 16 luglio e definì questa esperienza  “una meditazione sulla relazione tra musica, natura e tecnologia.”

Dall’album sono stati tratti i singoli Crystalline, Cosmogony, Virus e Moon.

MOON – Bjork

As the lukewarm hands of the gods

Came down and gently picked my adrenaline pearls

They placed them in their mouths

And rinsed all of the fear out

Nourished them with their saliva

Now I’m all rejuvenated and rested

Now I’m all rejuvenated and rested

As if the healthiest past-time

Is being in life-threatening circumstances

And once again be reborn

All birthed and happy

All birthed and happy

All birthed and happy

All birthed and happy

Best way to start-a-new

Is to fail miserably

Fail at loving

And fail at giving

Fail at creating a flow

Then realign the whole

And kick into the start hole

And kick into the start hole

And kick into the start hole

To risk all is the end all and the beginning all

To risk all is the end all and the beginning all

LUNA – Bjork

Le tiepide mani degli dei

Si sono avvicinate e hanno raccolto le mie perle di adrenaline

Le hanno messe nella loro bocca

E hanno inghiottito le paure

Le hanno nutrite con la loro saliva

Ora mi sento ringiovanita e riposata (x 2)

Come se il passato migliore

Fosse stato ritrattato

E rinato

Rinata e felice (x 5)

Il migliore modo per ricominciare da capo

E’ di cadere davvero

Sbagliare nell’amore

E sbagliare a concedersi

Fallire nel creare un flusso

Poi allineare di nuovo il tutto

E calciare l’inizio (x 3)

Il rischio è la fine e l’inizio di tutto (x 2)

’39 – Queen

Pubblicata nel 1975 , ’39 è la quinta traccia dell’album A night at opera dei Queen considerato il loro lavoro più rappresentativo, per intenderci quello che contiene Bohemian Rhapsody.

’39 parla di un gruppo di astronauti che, imbarcati in una navicella per un viaggio di un anno ad una velocità prossima a quella della luce, ritornano sulla terra, consapevoli del fatto che mentre per loro è trascorso un solo anno, per i terrestri sono passati migliaia di anni.

Questo che va sotto il nome di  dilatazione dei tempi è un fenomeno previsto dalla relatività speciale di Einstein.

Il punto di partenza  (dimostarto sperimentalmente) è che la luce ha sempre la stessa velocità rispetto a qualunque osservatore, sia esso fermo o in moto: circa 300000 km/sec nel vuoto.

Quando si ha a che fare con velocità prossime a quella della luce non è possibile comporre le velocità con semplici trasformazioni galileiane ma è necessario ricorrere alle trasformate di Lorenz.

Se cammino a 5 km orari  su un treno che va a 100 km orari la mia velocotà rispetto ad un uomo sulla banchina della stazione sarà di 105 km orari.

Questa legge di composizione delle velocità  non è più utilizzabile  se le velocità sono paragonabili alla velocità della luce.

Qualitativamente, la velocità è definita come spazio percorso / tempo impiegato; se la velocità della luce deve rimanere costante per tutti sia che si stia camminando, o si stia fermi o si stia guidando o si sia su un aereo o un treno (quindi sempre con una velocità diversa) qualcosa nel tempo o nello spazio deve cambiare.

In altre parole tempo e spazio non sono grandezze fisiche assolute come voleva la meccanica classica ma dipendono dal sistema di riferimento.

Nell’idea della canzone è ovviamente presente lo zampino di Brian May,  dottorato in astrofisica nel 2007 con una tesi su “Un’analisi delle velocità radiali della nube zodiacale”. Nell’album la canzone è cantata da lui.

’39

In the year of thirty-nine
Assembled here the volunteers
In the days when lands were few
Here the ship sailed out into the blue and sunny morn
The sweetest sight ever seen
And the night followed day
And the story tellers say
That the score brave souls inside
For many a lonely day
Sailed across the milky seas
Ne’er looked back never feared never cried

Don’t you hear my call
Though you’re many years away
Don’t you hear me calling you
Write your letters in the sand
For the day I’ll take your hand
In the land that our grand-children knew

In the year of thirty-nine
Came a ship in from the blue
The volunteers came home that day
And they bring good news
Of a world so newly born
Though their hearts so heavily weigh
For the earth is old and grey
to a new home we’ll away
But my love this cannot be
Oh so many years have gone
Though i’m older but a year
Your mother’s eyes from your eyes cry to me

Don’t you hear my call
Though you’re many years away
Don’t you hear me calling you
Write your letters in the sand
For the day I’ll take your hand
In the land that our grand-children knew

Don’t you hear my call
Though you’re many years away
Don’t you hear me calling you
All your letters in the sand
Cannot heal me like your hand
For my life’s still ahead, pity me.

’39
Nell’ anno ’39
I volontari si riunirono qui
Nei giorni in cui le terre erano scarse
Proprio da qui la nave salpò verso il blu di un mattino di sole
Era il più dolce spettacolo mai visto
E dopo la notte seguiva il giorno
E i narratori narrano
Che quel gruppo di spiriti audaci
Per molti giorni navigarono solitari attraverso i mari lattei
Senza mai guardare dietro, senza avere paura, senza mai piangereNon senti la mia chiamata
Anche se sei molti anni lontana da me?
Non senti che ti chiamo?
Scrivi le tue lettere sulla sabbia
Per il giorno in cui ti prenderò per mano
Nella terra che i nostri nipoti avranno conosciutoNell’anno ’39
Giuse una nave dal blu
Quel giorno i volontari tornarono a casa
Portarono buone notizie
Di un mondo nato da poco
Sebbene i loro cuori fossero pesanti
Poichè la terra è vecchia e grigia
Piccola mia noi andremo via
Ma, mio amore questo non è possibile
Oh sono passati tanti anni,
Sebbene io non sia invecchiato che di un anno
Gli occhi di tua madre dentro ai tuoi piangono per meNon senti la mia chiamata
Anche se sei molti anni lontana da me?
Non senti che ti chiamo?
Scrivi le tue lettere sulla sabbia
Per il giorno in cui ti prenderò per mano
Nella terra che i nostri nipoti avranno conosciutoNon senti la mia chiamata,
anche se sei molti anni lontana da me?
Non senti che ti chiamo?
Tutte le lettere scritte sulla sabbia
Non possono guarirmi come potrebbe fare la tua mano
Per la mia vita a venire abbi pietà di me